Di seguito l'estratto parziale della domanda di partecipazione in riferimento alla dichiarazione liberatoria di rilascio dell’autorizzazione all’uso delle fotografie per il concorso denominato "Magic Mirror":
Il sottoscritto, tramite la partecipazione, dichiara di essere personalmente responsabile della scelta del soggetto rappresentato e di essere titolare di tutti i diritti sugli originali delle fotografie (opera candidata) e cede a titolo gratuito, senza nulla pretendere ad alcun titolo, ragione e/o diritto, tutti i diritti di immagine, di proprietà intellettuale, d’uso, di sfruttamento e ogni altro diritto connesso alle fotografie costituenti l’opera candidata alla società promotrice, la quale si riserva il diritto di utilizzarle, per fini commerciali, pubblicitari e di marketing consentiti dalla legge, senza dover riconoscere alcun compenso al partecipante. La suddetta cessione a titolo gratuito riguarda anche i suddetti diritti di tutte le altre persone eventualmente coinvolte. A tal proposito, il sottoscritto dichiara di essere in possesso del consenso al trattamento dei dati personali e dell’autorizzazione all’utilizzo dell’immagine da parte di tutte le persone che dovessero eventualmente apparire nelle fotografie. Il sottoscritto dichiara di essere a conoscenza del Regolamento e, altresì, garantisce che le fotografie rispettano i requisiti descritti all’interno dell’apposita informativa presente sul sito e che l’opera sia originale e non violi diritti di terzi, personali e/o patrimoniali, diritti d’autore, di proprietà intellettuale ed industriale, manlevando in ogni caso la società promotrice da qualunque responsabilità. CONCLUSIONE: E' lodevole che ti preoccupi che l'opera non violi i diritti di terzi o di autore, ma potresti fare anche tu altrettanto. Carissima, da sempre confondi i valori con i soldi, l'interesse con i tuoi interessi, l'etica con la tua estetica e posso intuire che per qualsiasi bocconiano incravattato sia difficile comprendere che la fotografia sia solo scrittura di luce e non una oscura scrittura contrattuale.
4 Comments
Si è cercato sempre di fare un distinguo tra bella e buona immagine...... E' ovvio che i due valori possono convivere, anche se nella loro lettura, spesso si confondono. Questo accade quando si attribuisce alla fotografia un valore che è proprio del fotografato e quindi non a lei appartenente. Per questo concetto è più facile fare una buona fotografia fotografando qualcosa di brutto o comunque di poco estetico, non dovendo aggiungere la parte giustificativa che discrimini l'estetica del fotografato con quanto invece si vuole comunicare.
Per tale ragione qualsiasi fotografia affinchè possa essere definita "bella" in modo esente dal fotografato, deve assumere una comunicabilità che unisca vari fattori, che il fotografo Henri Cartier Bresson aveva racchiuso in una sua celebre frase, la quale definiva la fotografia un istante in cui l'occhio, la mente e il cuore sono sulla stessa linea di mira. Tale concetto può essere così interpretato: l'occhio è il recettore dell'estetica che trasferita alla mente, aggiunge con la sua analisi la comunicazione di quanto sta accadendo. Simultaneamente, il cuore aggiunge il pathos, cioè il valore della coscienza per l'accaduto. E' essenziale che questo accada simultaneamente e si unisca in quell'unico istante, altrimenti risulta che l'etetica percepita sia fine a se stessa e questo vale anche per l'analisi della ripresa che se rimane indipendente dal pathos, porta solo ad una fredda registrazione documentativa . Credo che in questo si racchiuda la bellezza di una fotografia, indipendentemente dal fotografato. |
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Ottobre 2014
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