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Il confine tra difesa ed offesa 

26/10/2014

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1985 il National Geographic pubblica in copertina una fotografia di Steve McCurry. La foto era stata scattata nel 1984 nel campo profughi Nasi Bagh in Pakistan, dove i rifugiati provenivano dall'Afghanistan occupato dai sovietici. Sharbat Gula era orfana dei genitori, morti durante un attacco sovietico, aveva raggiunto il campo con i parenti sopravvissuti. In questo volto c'era la storia, la condizione, il dramma, la tristezza e la fierezza di un'etnia.
2014, Steve McCurry firma il calendario Lavazza  2015, "The Earth defenders" dove i protagonisti non sono modelli, ma i reali protagonisti.
La prima domanda è questa: se sono i protagonisti, perchè trattarli come modelli?
La seconda: se difendere la terra  dalle artificiosità, qualsiasi siano è il fine, perchè renderizzarla? E renderla artificiosa? 


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Non voglio apparire giudice, ma non vorrei passar per scemo e digerire  tale comunicativa mi è difficile.  Apprezzo e per primo sostengo lo sviluppo sostenibile, ma altrettanto lo sia il metodo, in quanto fattori di etica e coscienza non devono essere teatralizzati per essere posti all'attenzione, altrimenti si rischia che il percepito sia solo un buon confezionamento, e come tale, considerato ennesimo prodotto pubblicitario, da consumare e non da capire. 

http://calendar2015.lavazza.com/#/it/home

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L'appartenenza comunicativa

7/9/2014

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Qualsiasi forma comunicativa che si evolve, provoca  squlibri di apparteneza  e nell'acquisire questa valenza, fa si che le altre forme comunicative inizialmente si adattino, per poi scaturire nuove idee e correnti.
Questo presupposto ci è necessario per comprendere quanto l'illustrazione abbia dovuto dare spazio alla fotografia, in quanto questa predominate nella reale comunicazione.  Di conseguenza l'illustrazione ha dovuto ricercare  nuova linfa comunicativa lontano dall'ancoraggio reale. Forse questa prima sofferenza ha fatto si che trovasse la sua vera  forma espressiva, che ora la stessa fotografia in alcune sue correnti cerca di condividere, riconoscendo in questa la peculiarità dell'estremo evocativo.
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Duy Huynh
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Oleg Oprisco
Per meglio concretizzare quanto presupposto, affianco due interessanti artisti delle due diverse discipline con relativi riferimenti. Il primo fotografico, è l'artista Oleg Oprisco  , che si serve del reale solo come palcoscenico emotivo, mentre per l'illustrazione l'artista Duy Huynh, in quanto  il suo evocativo  esprime uno stato d'animo da cui si vuole fuggire o a cui  si sogna di arrivare.

http://www.oprisco.com                http://www.duyhuynh.com
Una serie di tavole  di Duy Huynh, accompagnate da una colonna sonora che divide con noi quel sottile confine tra il sogno e la realtà, dove l'immaginato seppure irreale
diventa  indispensabile per
rapprentare la verità del reale.
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Fotografie senza tempo 

10/5/2014

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Spesso, anzi, sempre più spesso non mi ritrovo nella fotografia ostentata, cioè quella divulgata non per valenza, ma per saccenza.
In molte foto ritrovo lo stesso titolo: "Guarda quanto sono bravo".
E' indubbio sono belle foto, magari anche buone, ma finiscono e consumano il loro comunicare quanto prima.
Credo che tale sensazione derivi dal fatto che quanto espresso non abbia raggiunto il nuovo, ma solo rielaborato qualcosa di vecchio. E allora ricerco la forza della fotografia nelle immagini passate, dove ritrovo "il mai finito", cioè quella fotografia dove il minimalismo degli elementi provoca un caos di ragioni.
In questa immagine di Sergio Larrain, mi ci  perdo, il tutto è il contrario di tutto, il movimento diventa stasi, la luce assume proprie geometrie invece che illuminarle, mentre le geometrie prospettiche fermano il tempo invece che proiettarlo.
Una apparente semplicità compositiva dove ritrovo la poetica della metafisica: tutto accade nel silenzio, senza rumore, ma tutto sta accadendo e solo per chi lo sa vedere.
Credo che sia così che nasca una fotografia senza tempo, quella fotografia che diventa poesia visiva, quella che ti dice tutto, ma che lascia a chi la guarda l'onore di viverla.

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Aleppo - Photo By Niclas Hammarström

16/4/2014

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Solo poche immagini, sufficienti per capire un dramma. 
Siria, un paese martoriato, visto attraverso le immagini del fotografo dell'agenzia Kontinent.

http://www.daysjapan.net/e/award2014/first.html
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VITA DA CANI

14/4/2014

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Il punto di vista di Elliott Erwitt sa congiungere la falsità della fotografia con la sua più veritiera comunicazione.

Elliott Erwitt NY15335- New York City
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Diario di un fotografo visionario

14/4/2014

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Un viaggio descritto in tempo reale dal fotografoFrancesco Comello, che in questi giorni sta partecipando come volontario al progettoLiber'Arte, finalizzato a promuovere l'arte per il reinserimento sociale, proposto all'interno di un carcere minorile in Bolivia. Da seguire giorno per giorno nel suo blog:
http://francesco-comello.tumblr.com
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April 13th, 2014

13/4/2014

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Ogni età pretende il suo scoprire, ogni età ha la sua griglia da cui vedere. l'importante è la continua voglia di capire.
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April 13th, 2014

13/4/2014

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«Ogni fotografia è l'ultimo testimone, se non l'ultima testimonianza di un momento che altrimenti sarebbe perduto per sempre»
Sarah Moon

Foto © Sarah Moon. Julie Stouvenel. 1989
Stampa d'argento su gelatina.

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Un mondo di Photographer ... Il mondo sommerso dei Photographer

28/1/2014

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La fotografia ha avuto un lungo periodo in cui il suo essere era latente; ora nell'era digitale ha lasciato tale caratteristica, ma come un ambito parcheggio è stato occupato dai "Photographer".
Un esercito di nascituri, prematuramente separati dall'umiltà di imparare per la foga di mostrare quanto possono insegnare.

Ho la percezione che tale moltitudine sia convinta che acquistando una fotocamera, ci sia compresa la partita I.V.A. di Photographer, che come figo foresto acquisisce il diritto esentasse divino e di poter fotograficamente  catechizzare chiunque. 

Non ho mai compreso se tale arroganza sia succube dell'ignoranza o viceversa, di sicuro tra loro non si intralciano.

Tutto questo viene poi  permesso da una beota cultura, dalla quale come oche da foie gras ci lasciamo intubare per un evidente  accumolo modello "I like",  preferito oramai al latente sapere. 
Il cerchio è chiuso, il sapere non è in superficie,  ma nel suo essere se ne  avverte la presenza,  la sua etica essenza, della  quale il Photographer  avrà mai  coscienza. 
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Corso base concluso e conclusioni base

3/5/2013

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Mi ritengo fortunato di aver partecipato ieri, alla serata finale che concludeva il percorso iniziato a metà febbraio. Eravavamo partiti dal foro stenopeico per evidenziare l'essenza della fotografia e abbiamo concluso con lo stesso sottile raggio di luce  che illumina l'amore per la fotografia.
Per questo, devo solo ringraziare Giorgio Zuppichin, che ha saputo far emergere nel suo esporre, i valori latenti della fotografia e che ci ha coinvolto emotivamente in un racconto fotografico illuminato dal cuore.

Un grazie a Loris Ceolin e Paolo Bello che ci hanno offerto l'esposizione del loro lavoro collettivo (fatto assieme a Francesco Galifi) "2013 IMMAGINI PER PASSIONE", con il quale hanno evidenziato il valore qualitativo che  si può raggiungere unendo forze, impegno e passione. 

Un Grazie A Rudy Parussin per il suo intervento nel merito della scelta dei prodotti fotografici, perchè ha saputo indicare qual'è la filosofia che porta ad una buona scelta dell'attrezzatura.

Per ultimo un ringraziamento a tutti i partecipanti che hanno sicuramente messo da parte altri impegni per potere affrontare questo percorso che richiedeva molta dedizione, riuscendo così nell'intento di evidenziare quanto la fotografia sia capace di evolvere  un pensiero  oltre all'immagine stessa.
P.S. Un ringraziamento a Loris Brugnerotto che anche se non ci ha dato una sicurezza che Dio esiste, ci ha portato a conoscenza  che a Caorle qualcuna sa fare biscotti da Dio. 
Per quanto mi concerne sono stato contento di aver fatto questo corso e  se ricapiterà l'occasione sarà probabile che ci parteciperò nuovamente :-)       Un sentito grazie a tutti.


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Proprietà del linguaggio fotografico

13/4/2013

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Una considerazione sulla fotografia, che parte da questo reportage di Navesh Chitrakar dell'agenzia Reuters, dove si racconta la cattura e l'uccisione di un leopardo a Katmandu. L'animale era stato artefice di alcuni ferimenti di persone, portando panico nella città, la quale reagisce organizzando un piano per la sua  cattura. 

Le fotografie sono tratte da Repubblica.it, dove  il commento evidenzia la violenza innescata dallo scontro con l'altra, ma non è nostra intenzione soffermarci su questa dovuta  analisi didascalica, in quanto pari commento avrebbe validità anche in caso di una sequenza animata.
A differenza  di un video, che ci permette di attenuare  l'impatto avendo diverse  caratteristiche ricettive (video - audio) in cui la mente può mimetizzare le sue paure, diversificando la sua attenzione nelle continue variabili compositive,  il fermo immagine fotografico  ci pone davanti insistentemente la crudezza dell'accaduto e  questa sua caratteristica di  apparente staticità,  ci obbliga  cercare una spiegazione che non è voluta, ma è dovuta per una autodifesa alla vista della morte ed in questo caso ancora più esaltata perché violenta. Quindi, seppure soggettivamente, la maggiore crudezza della fotografia  non è solo per quanto mostra, ma è per come pone l'accaduto al nostro modo di pensare, in quanto il suo essere  obbliga la nostra mente ad affrontare  tematiche a cui non può dare complete risposte.
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Oltre il momento

2/3/2013

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Qualche giorno fa, veniva condiviso sulla mia pagina facebook un articolo apparso su Life Force Magazine. Era un reportage  di un fotografo e uomo eccezionale: Giles Duley, il quale durante il suo documentare le strazianti  eredità della guerra in Afghanistan, ne è stato lui stesso vittima. Poco dopo, questo  post lasciava spazio a qualcosa di nuovo e ancora dopo scompariva, schiacciato dalla catasta comunicativa, coperto per lo più dall' immondizia del momento, come la  foto di un drink  o di uno  strano rigolo lasciato da una  pisciata di cane.

Mi fa fatica sopportarlo, ...lo capisco, ma faccio fatica lo stesso.

Lo tolgo dalla catasta, lo metto in questo spazio dedicato al niente di più che sia il capire, nella speranza di poterlo anche ricordare.  http://www.lifeforcemagazine.com/index_21.htm

Di seguito il link video, dove Giles Duley racconta il suo percorso di vita, dove per primo l'uomo ha scelto di fare il fotografo e poi il fotografo ha scelto di essere uomo. 
http://www.ted.com/talks/giles_duley_when_a_reporter_becomes_the_story.html  (con possibilità di sottotitoli in italiano).

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World Press Photo: la strada sbagliata

24/2/2013

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In questi giorni, in vari giornali e quotidiani, appariva questa immagine.
E' la vincitrice del World Press Photo 2012, scattata da Paul Hansen.
L'immagine mostra un gruppo di uomini che trasportano i corpi di due bambini morti attraverso una strada a Gaza City. Essi sono stati portati in un moschea per la cerimonia di sepoltura. Suhaib Hijazi e suo fratello Muhammad sono stati uccisi quando la loro casa è stata distrutta da un attacco missilistico israeliano. La foto è stata fatta il 20 novembre 2012 a Gaza, nei territori palestinesi. Le varie pubblicazioni non spiegavano l'accaduto, ma quanto fosse stata eventualmente ritoccata la foto e se tale livello di intervento fosse consono per la foto vincitrice. Non mi soffermo sulle idiozie scritte in tal senso, vorrei porre invece il quesito se questa tipologia di foto possa partecipare ad un concorso a premi, che pure importante  sia, elargisce denaro e pubblicità a chi vi partecipa. Credo che il Sanremo internazionale della fotografia qual'è diventato il WPP,  dovrebbe  rivedere le sue regole etiche, affinchè altri Suhaib e Muhammad non siano anche vittime innocenti  della mercificazione dell'editoria fotografica.

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Roberto Salbitani - 19-02-2013 Incontro con l'autore

12/2/2013

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A volte le parole possono far vedere,  a volte alcune immagini si fanno ascoltare. 

Ho avuto modo di "leggere" il libro fotografico " VENEZIA Circumnavigazioni e derive" di Roberto Salbitani e solo apparentemente è un libro fotografico senza parole, queste appaiono allor quando ci si presenta soli davanti alle immagini, lasciando fuori da noi stessi quello che siamo per gli altri. 

E' un libro difficile, come lo è identificare con delle immagini il proprio vissuto. L'autore prende spunto da Venezia per riflettere similitudini e contraddizioni generate da questo luogo per convogliarle e conformarle alla sua personalità; è una presa coscienza e conseguentemente una ripresa di uno stato d'animo. 

Le immagini sono in un campo cerchiato, una forma che pure focalizzandolo, suggerisce l'instabilità  e l'evoluzione del pensiero più certo.  E' un confine senza i consueti riferimenti, che lascia a quanto visualizzato il volere andare oltre ed il suo potere ritornare.

"VENEZIA Circumnavigazione e derive" è un libro dove il testo è latente come i sali d'argento che insieme all'autore lo hanno generato ed ognuno di noi nella propria sensibilità saprà interpretare, consci comunque  che al girare della pagina quanto percepito sarà già cambiato.

Pagina Evento


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Quale nudo per l'arte

27/1/2013

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Ho partecipato alla tavola rotonda sul tema "quale nudo per l'arte",  analisi conclusiva dell'esposizione collettiva tenutasi a Gorizia "RE, REGINA NUDI". Questo post vuole soffermarsi sul proficuo percorso che hanno saputo fare gli organizzatori della stessa (www.associazioneacquamarina.org), alla quale hanno saputo aggiungere oltre alla qualità delle opere esposte, anche la concrettizzazione del concetto per cui era stata organizzata. 
I vari relatori, hanno espresso nel tema in essere, concetti derivanti dalle proprie esperienze che sicuramente ritornano utili a chi vuole affrontare il nudo come espressione della propria comunicazione visiva. Il riassunto di quanto espresso è stato riportato da Claude Andreini nella sua attenta relazione di finissage dell'evento e a questa rimando chiunque voglia aggiungere alla sua  comprensione del tema, concetti e considerazioni da condividere ed  ulteriormente da approfondire.    http://www.imagetif.net/re-regina--nudi.html

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Il confine della creatività 

4/1/2013

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"Dalì Atomicus" - Philippe Halsman
Salvador Dalì: "L'unica differenza tra me e un matto, è che io non sono matto".

Apparentemente solo una buona battuta, ma espandendo la geniale sintesi troviamo uno dei primi concetti per aumentare la creatività, ovvero porsi in condizioni meno logiche e stereotipate verso quanto assorbiamo nelle offerte proposte dai vari fattori quotidiani. La nostra naturale  apatia fa si che qualsiasi stimolo esterno  venga razionalmente catalogato per quanto già conosciuto, attraverso personali filtri che tendenzialmente escludono il nuovo. Tali filtri non sono altro che dettami sociali, di dovuto comportamento e di conseguenza diventano il proprio modo limitato di vedere e di  pensare. La regola, per uscire dalle regole già scritte, è di inibire tali filtri, in modo che avvenimenti e cose ci sorprendano maggiormente, cogliendone per questo i lati mai apprezzati ed instaurando con questi un collegamento più diretto e coinvolgente, senza che i freni sociali possano rallentarne l'impatto emotivo ed incanalare il nostro pensiero in strade sicure, ma oramai già percorse. E' quindi,  una leggera follia che ci serve, per percorrere nuove vie, uniche e mai viste,   per  vedere le stesse cose diversamente da un punto diverso della nostra mente, affichè quanto pensato sia effettivamente personale, originale e di conseguenza  ....creativo.

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Money at the mirror

7/12/2012

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SEGUE DA POST PRECEDENTE  "Cara "Veneto Banca",  ti scrivo.."
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Spett.le? Veneto Banca,  vi ringrazio della risposta (link alla risposta), ma per quanto appreso, non  avrò occasione di ripetermi.
Passo direttamente alla vostra, che anche se scritta con diplomazia, ricalca  la povertà etica con cui è stato steso il regolamento del vostro concorso  fotografico "Magic Mirror", palesemente in contraddizione con i principi di tutela del diritto d'autore.
A vostra giustificazione mi fate notare che tale concorso non è indirizzato ai professionisti, ma proprio per questo, avreste  dovuto  tutelare maggiormente chi non può essere a conoscenza dei suoi fondamentali diritti e non viceversa.
Per quanto riguarda la vostra  intenzione di "provocare stimoli", è mia sensazione che vi siate concentrati maggiormente sulla prima parte della lodevole iniziativa. Faccio inoltre notare che per Il fatto di sostenere opere di solidarietà e quant'altro,  non dà poi il diritto arbitrario  di defraudare.
Accolgo invece la vostra "buona fede" di non aver mai pensato di voler lucrare sulle fotografie altrui, ma nel regolamento avete scritto esattamente il contrario e  invidio la vostra estrosa capacità di pensare a qualcosa e  riuscire a scrivere diversamente.

Concludo, deludendo la vostra speranza che quanto comunicatomi mi sia stato esaustivo e se proprio volete coltivare e far crescere la cultura nel campo fotografico, evitate di seminare solo ipocrisia  e pretendere poi di raccogliere fruttuosi consensi.
P.s. 
Vi inoltro il link a questo post, senza una risposta via mail, ma in seguito vi verrà fatta la richiesta ufficiale di avere i nominativi della giuria di valutazione per sincerarmi che siano a conoscenza di quanto imposto nel vosto regolamento di partecipazione.

Saluti



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Incontro.TIF  incontro di pensieri

4/12/2012

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Un grazie a tutti per la numerosa partecipazione all'incontro che ha introdotto il concetto della retorica fotografica , ma perchè ringraziare? 
Semplice, perchè  apparentemente è stato solo dato, mentre  nella sostanza ci è stato permesso di condividere e comunicare un pensiero, una passione, un modo di vedere.

Questa condivisione permette che un pensiero possa evolversi nel differente pensiero dell'altro, prendere nuove strade, migliorare e fa piacere che un modo di vedere possa andare più lontano tramite  gli occhi, il pensiero il cuore di un'altro. E' probabile che lo stesso pensiero trasmesso da noi stessi, si ripresenti dopo aver girato nel tempo altre menti, magari non avremmo modo di riconoscerlo tanto è cambiato, ma se ne avverte la sintonia, la familiarità. Non potremmo essere mai certi che questo sia quanto da noi innescato, ma è proprio questa sicura incertezza che lo rende indipendente da tutto e da tutti e questa libertà da sempre ci affascina.
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Banche  differenti

30/11/2012

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.
SEGUE DA POST PRECEDENTE  (Cara "Veneto Banca",  ti scrivo...)
Il "nostro" professionale fotografo Ubaldo, pur essendo una parodia si appropria dei  concetti di fotografia e li stravolge a modo suo, ma l'ignoranza seppur divulgata resta sua e come tale ci fa divertire. A differenza di questa, la vera ignoranza travestita da saccenza con bancomat annesso, ci prende per ignoranti e usa a dismisura la sua,  persuasa che questa sia la nostra e questo non diverte, ma preoccupa.
E' preoccupante che una banca si introduca nella fotografia e sovvertisca delle regole nate per tutelare,  solo per guadagnare ed è preoccupante che il socio ente culturale le accetti, per veicolare poi, solo una cultura eticamente gambizzata. Allora preferisco la parodia di Ubaldo, falsa, volutamente falsa, tanto da voler sperare che sia vera. Grazie Ubaldo, sei veramente una banca di risate, molto differente da una  banca tristemente ridicola. 
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Cara "VENETO BANCA", ti scrivo...

28/10/2012

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Carissima "VENETO BANCA" (con nessun riferimento al lato affettivo),  volevo chiederti qualche spiegazione nel merito del tuo appoggio al concorso fotografico denominato "Magic Mirror" promosso dalla "Casa dei Tre Oci" di Venezia.
Lodevole iniziativa, ma questo non ti concede il diritto  di appropriarti delle immagini di chiunque partecipi a tale concorso.
.
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Allego per intero il tuo documento a cui mi riferisco:
"Domanda di partecipazione.pdf"  scaricabile dalla pagina web
www.civitatrevenezie.it/sala-stampa/184-concorso-magic-mirror
domanda_di_partecipazione.pdf
File Size: 101 kb
File Type: pdf
Download File

Di seguito  l'estratto parziale della domanda di partecipazione in riferimento alla dichiarazione liberatoria di rilascio dell’autorizzazione all’uso delle fotografie per il concorso denominato "Magic Mirror":

Il sottoscritto, tramite la partecipazione, dichiara di essere personalmente responsabile della scelta del soggetto rappresentato e di essere titolare di tutti i diritti sugli originali delle fotografie (opera candidata) e cede a titolo gratuito, senza nulla pretendere ad alcun titolo, ragione e/o diritto, tutti i diritti di immagine, di proprietà intellettuale, d’uso, di sfruttamento e ogni altro diritto connesso alle fotografie costituenti l’opera candidata alla società promotrice, la quale si riserva il diritto di utilizzarle, per fini commerciali, pubblicitari e di marketing consentiti dalla legge, senza dover riconoscere alcun compenso al partecipante. La suddetta cessione a titolo gratuito riguarda anche i suddetti diritti di tutte le altre persone eventualmente coinvolte. A tal proposito, il sottoscritto dichiara di essere in possesso del consenso al trattamento dei dati personali e dell’autorizzazione all’utilizzo dell’immagine da parte di tutte le persone che dovessero eventualmente apparire nelle fotografie.
Il sottoscritto dichiara di essere a conoscenza del Regolamento e, altresì, garantisce che le fotografie rispettano i requisiti descritti all’interno dell’apposita informativa presente sul sito e che l’opera sia originale e non violi diritti di terzi, personali e/o patrimoniali, diritti d’autore, di proprietà intellettuale ed industriale, manlevando in ogni caso la società promotrice da qualunque responsabilità.

CONCLUSIONE:
E'  lodevole che ti preoccupi che l'opera non violi i diritti di terzi o di autore, ma potresti fare anche tu altrettanto.
Carissima, da sempre  confondi  i valori con i soldi,   l'interesse  con i tuoi  interessi, l'etica con la tua estetica e posso intuire che per qualsiasi bocconiano incravattato sia difficile comprendere che la fotografia sia  solo scrittura di luce e non una oscura scrittura  contrattuale.

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